In teoria doveva essere un semplice volo Bologna-Phuket della durata di circa 16 ore con scalo a Mosca, un viaggio abbastanza lungo, ma alla fine 16 ore non sono neanche tante, si può fare. Così poco più di un mese fa, Io e Ana abbiamo deciso di prenotare quello che sarebbe stato il viaggio più lungo della mia vita. Lo definirei infinito.

La compagnia che abbiamo scelto è stata Aeroflot, la compagnia russa più famosa (una specie di Alitalia per intenderci). €550 a testa e passa la paura: andata e ritorno per la Thailandia √

Ancora mi chiedo cosa ci spinse a scegliere proprio Aeroflot. 🤔 Sarà forse stato il nome russo che ha quel qualcosa in più, sarà che ci ha permesso di arrivare a Phuket all’andata e partire da Bangkok per il ritorno, fatto sta che mi sto ancora pentendo di questa nostra scelta.

02/10

The day before. Decidiamo di dedicare tutta la giornata a preparare la valigia: staremo via 26 giorni e non possiamo partire sprovvisti. Appena inizio a mettere dentro le prime t-shirt, mi chiama mio babbo: dovevo portare assolutamente la macchina a fare un controllo a CESENA. Non che sia molto lontano, ma ciò significava almeno 2 ore perse e capitava proprio nel momento meno opportuno. Vado e torno da Cesena, apro il portone di casa pronto più che mai a fare la valigia, ma proprio quel giorno era il compleanno di mio zio e la sera sarei dovuto andare al ristorante per festeggiare. Morale della favola: abbiamo finito le valigie alle 2 di notte.

03/10 La partenza
Ore 6:00 Rimini.

Ci svegliamo riposati dopo ben 4 ore di sonno pronti ad affrontare l’intensa giornata. Tra l’ansia di aver dimenticato qualcosa e la paura di fare ritardo, chiudiamo la valigia e ci mettiamo in macchina. Ci dirigiamo verso casa dei miei ad Igea Marina (ad una decina di km da Rimini), dove ci aspetta mio babbo che ci accompagnerà all’aeroporto. Arrivati a Igea, un’altra brutta sorpresa: mia sorella ha perso l’autobus e la dobbiamo accompagnare a scuola. Un’altra mezz’ora se ne va nel traffico delle 8 di mattina; subito dopo autostrada e ci si dirige al gate. Ringrazio anche la città di Rimini per avere un aeroporto attivo e funzionante, con centinaia di voli al giorno che ci ha costretto ad arrivare fino all’aeroporto Marconi di Bologna (ergo 1 ora e mezza in più di viaggio). Arriviamo finalmente per le 9:30, imbarchiamo velocemente i bagagli e ci andiamo a rilassare in un bar.

 

Il primo volo, quello diretto a Mosca, non è andato malissimo, tralasciando l’atterraggio non delicatissimo. Il problema era quello che ci aspettava dopo: ben 6 ore di ritardo che sommate alle 3 ore di scalo già previste, fanno un totale di 9 ore dentro l’aeroporto di Mosca. Il fatto è che non ce l’hanno detto fin da subito, sarebbe stato troppo bello. Avevano annunciano normalmente il gate e dopo 40 minuti di fila in piedi per essere tra i primi ad entrare in aereo, ci avvisano di un ritardo di 2 ore; 2 ore che diventano 4 e che poi diventano 6 nel giro di poco. Anzi non 6 ore, perchè in tal caso avrebbero dovuto offrire una stanza a tutti i passeggeri ma 5 ore e 55 minuti. Tradotto: una presa per il culo. Ma non disperate passeggeri del volo SU274, “per il ritardo vi offriamo un buono cena gratis”. Buono consumabile in 3 “ristoranti”: un bar strapieno dopo i primi 10 minuti dove era impossibile sedersi e nessuno si sarebbe alzato prima delle 00:45 (nuovo orario previsto per il volo); un ristorantino squallido che offriva cibo surgelato e un altro che non siamo riusciti a trovare (mi viene il dubbio che non esistesse neanche). La mia “cena” è stata un panino Ham and cheese, dove prosciutto e formaggio erano gli unici ingredienti che non c’erano ma al loro posto cetriolini, peperoni, insalata ed una salsa immangiabile e, per concludere, dei noodles che solo l’odore ha fatto scappare il tavolo vicino. Inutile dire che non ho toccato niente! Per fortuna il bar di fronte mi ha fatto il favore di accettare il buono cena e cosi ho preso uno smoothie agli oreo e qualche biscotto ai cereali per tappare lo stomaco, e meno male che l’ho fatto! Il cibo offerto da Aeroflot per “cena” alle 2 di notte, non era sicuramente dei migliori.

04/10 L’arrivo
Ore 14:00 Thailandese (09:00 IT)

Finalmente arrivati in Thailandia, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta! Piccolo infarto quando ci hanno richiesto il visto (che ovviamente non avevamo), ma subito dopo ci dicono che non serve perchè siamo italiani. Finalmente una gioia! Ci mancava solo trovare la Sixt e prendere la macchina che avevo già prenotato e pagato online. Aspetta… ma la Sixt qui non c’è… Gira e rigira dopo un pò scopriamo che si trova al terminal dei voli nazionali e non internazionali. Una volta arrivati al loro desk, troviamo soltanto un biglietto che ci invita a chiamare. Si, ok tutto molto bello, ma chi glielo dice a questi thailandesi che io ho ancora il numero italiano e per chiamarli spendo più del viaggio di aeroflot?! Con la mia faccia da culo, stremata da più di 24 ore di viaggio e una puzza di sudore addosso non indifferente, convinco uno sconosciuto a chiamare questa compagnia che ci viene a prendere nel giro di pochi minuti. Ci caricano subito nel furgone e ci portano nella loro sede a circa un km. Ce l’avevamo fatta, finalmente potevamo andare in hotel, ma abbiamo scoperto che la sfiga ci ha seguito fino in Thailandia. Ci richiedono una cauzione di 8000 Baht (circa €200) da pagare con la carta di credito. Il problema è che sia io che Ana abbiamo 2 bancomat e ovviamente non erano accettati. Dopo 10 min di discussione tiro fuori la banconota da €200 e la appoggio sul bancone dicendo “Here there are your 8000 Bath, are we ok now? can I have the car?”. I thailandesi rimasero basiti, a bocca aperta. Effettivamente quella somma corrisponde quasi al loro stipendio mensile, è come se venissero in Italia e tirassero fuori dal portafoglio €1000 come se niente fosse. In ogni caso neanche il cash ha funzionato. Dopo circa mezz’ora riusciamo ad arrivare ad un accordo: pago 8000 bath con il bancomat e quando riporto la macchina, se non ci sono danni, me le ridanno ma i tempi sono ignoti. Di norma 2-3 mesi, se ho sfiga anche un anno. Nel momento in cui ho messo il codice per pagare, capii subito che quei soldi forse li avrei rivisti con la pensione (anch’essa incerta). Esaltati dal risultato ottenuto e con una voglia indescrivibile di lavarci e fare una dormita in un vero letto, entriamo in macchina e ci accorgiamo da subito che c’è qualcosa che non va. La guida è a destra. Beh ovviamente, mi sembra giusto, perchè non complicare le cose? Siamo soltanto in piedi da più di un 26 ore ormai, sul punto di addormentarci da un momento all’altro, perchè non aggiungere qualche altra piccola difficoltà per rendere tutto più divertente? Devo comunque ammettere che, dopo i primi dieci minuti di panico, ci si adatta facilmente (soprattutto quando la strada è dritta, meno quando bisogna girare a destra).

Epilogo
Ore 16:00

Dopo circa un’ora e mezza di viaggio in mezzo alle foreste e con qualche monsone passeggero a migliorare la visibilità, arriviamo finalmente al nostro hotel: ne è valsa la pena! Rifarei il viaggio mille volte se ce ne fosse bisogno. Il resort nel quale soggiorneremo  è l’ X10 a Khao Lak (un distretto nella costa occidentale a nord di Phuket). È veramente un sogno, vi dico soltanto che c’è il Pillow Menu: uno spettacolo. Non ho mai dormito così bene, tempo di toccare il cuscino e sonno profondo. La nostra Deluxe room è assurda, non abbiamo ancora trovato un difetto e dico uno. In pochi giorni uscirà l’articolo completo su questo hotel da sogno, non perdetevelo!